Museo d'Arte Sacra

Museo d'Arte Sacra

Il museo si sviluppa all'interno del piano nobile del Palazzo Mediceo, edificato tra il 1517 e 1523 in seguito alla conquista della città da parte di Firenze. La struttura interna del palazzo ha un impianto tipicamente rinascimentale, organizzato intorno alle stanze di rappresentanza del pianterreno, mentre la facciata, oltre agli eleganti profili in pietra delle finestre, presenta il caratteristico portale a tutto sesto con cornice di bugnato liscio, lo stemma con giglio della città di Firenze e quello di papa Giulio II della Rovere.

Il museo, fondato nel 1996 per volere della Curia Vescovile di San Marino-Montefeltro e dell'Amministrazione Comunale di San Leo, si articola in quattro grandi sale ai lati di un piccolo ingresso. Vi sono esposti manufatti di arte sacra dall'VIII al XVIII secolo, realizzati per altari e stanze di conventi, spesso legati a eventi particolari della storia locale e profondamente connaturati ai luoghi di provenienza.

Finalità del museo è raccogliere, tutelare e conservare importanti opere d'arte del territorio leontino provenienti da edifici di culto che per varie ragioni non ne consentono più la conservazione. L'intento, ambizioso, è quello di proporsi come specchio del territorio e immagine della storia e dei luoghi, della città e del suo contado.

La visita inizia dal Lapidario, che accoglie antichi reperti scultorei della città (VIII – XIII secolo), tra i quali spiccano per importanza sia i resti delle tre arcate in calcare, riccamente decorate, che componevano il tabernacolo della cattedrale altomedievale, sia quattro frammenti della recinzione presbiteriale della pieve carolingia, che, con il loro alternarsi di intrecci geometrici e simboli cristiani, sono un valido esempio di scultura dell'Italia settentrionale del IX secolo.

Segue la Sala delle tavole dipinte che rappresenta gli esordi della storia pittorica del leontino, raccogliendo al suo interno i più antichi manufatti pittorici; un crocifisso trecentesco, la tavola della Madonna della Mela di Catarino di Marco da Venezia (1375 circa) e la tavola di Luca Frosino raffigurante la Madonna con il Bambino (1487-1493).

La seconda sala è detta Sala del tabernacolo per la grande opera lignea, proveniente dal convento francescano di Sant'Igne che, con i suoi raffinati intagli e dipinti, costituisce uno dei manufatti più singolari del Rinascimento nel Montefeltro.

Al periodo più rappresentato, il Seicento, è dedicata la terza sala. Qui vengono esposte numerose opere pittoriche, dovute in gran parte alle disposizioni liturgiche del Concilio di Trento, che prevedevano un rinnovamento degli edifici ecclesiastici sia negli arredi che nelle immagini. Tra le opere spiccano Santa Rita da Cascia di Giovan Francesco Guerrieri (1636) e la Deposizione di Giovan Francesco Barbieri (XVII sec).

L'ultima sala, Sala dei Paliotti in Scagliola, è dedicata ai rivestimenti liturgici per altare, i paliotti appunto, che ornavano gli altari delle chiese medievali leonine. Gli esemplari presenti mostrano chiaramente come i paliotti in principio fossero costituiti da lastre di pietra finemente scolpite e decorate, in seguito sostituite da materiali come avorio, metallo, legno o stoffe pregiate, opportunamente scelte in base alle solennità.

A fianco alle sale si apre il Deposito, spazio un tempo adibito alle macchine di scena del teatro sottostante, oggi riservato alle opere bisognose di restauro o di minor pregio, e al Corridoio delle finestre, suggestivo ambiente dedicato a piccole mostre da cui si gode un'incantevole visione della pieve e della cattedrale.

bibliografia:
Il Montefeltro II. Ambiente, storia, arte nell'Alta Valmarecchia, a cura di Girolamo Allegretti e Francesco Lombardi, Villa Verucchio, Tipolito La Pieve, 1999

Alessandro Marchi, Studi Montefeltrani, San Leo, Editrice società di studi storici per il Montefeltro, 1987

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